💬 «… 🐝”Ape-razioni“🐝 di 🛟salvataggio🛟 al Lago di Pusiano …».
🧐 Se dovesse capitarvi di incontrare un’ape, che si dibatte nell’acqua senza riuscire a riprendere il volo, non abbiate timore a raccoglierla con le mani per salvarla dall’annegamento. La possibilità di essere punti è estremamente bassa. Ma, se non vi fidate a tirarla fuori dall’acqua a mani nude, potete utilizzare un qualsiasi supporto a portata di mano, come ad esempio una foglia, un bastone o una pagaia. Poi, mettete l’ape ad asciugarsi al sicuro, possibilmente al riparo da eventuali predatori. Quando si sarà asciugata e riposata abbastanza per riprendere le forze, potrà alzarsi di nuovo in volo e tornare presto al proprio alveare.
🔎 Le api, quando volano, si orientano utilizzando punti di riferimento visivi per mantenere la corretta altitudine. In particolare, osservano il suolo e regolano di conseguenza l’altezza del loro volo. Il che può diventare un problema, quando sotto di loro non c’è la terraferma, bensì uno specchio d’acqua calmo e placido, come può essere il Lago di Pusiano in assenza di vento. Se le acque sono mosse, le api riescono a riconoscerle come tali e possono volare senza difficoltà alla giusta altezza. Se, invece, le acque sono molto calme, cioè senza onde né increspature, l’immagine del cielo riflesso dalla superficie del lago può confondere l’orientamento delle api, che possono finire in acqua ed annegare.
🛟 Salvare le api risulta quanto mai necessario, in un momento in cui la loro sopravvivenza è minacciata anche dall’inasprimento dei cambiamenti climatici, oltre che dall’utilizzo dei pesticidi in agricoltura e dal degrado e dalla frammentazione degli habitat naturali. Infatti, dopo un inverno mite e siccitoso, nel Nord Italia c’è stata una primavera molto piovosa, caratterizzata da piogge torrenziali che hanno danneggiato la fioritura di molte specie vegetali. Gli abituali ritmi degli insetti impollinatori sono stati stravolti. In particolare, le api mellifere sono state costrette a girovagare a vuoto sui petali dei fiori ormai privi di nettare, cioè del liquido zuccherino da cui esse ricavano il prezioso miele.